In pratica vale un terzo del Next Generation EU, il piano di aiuti da 750 miliardi messo in piedi dall’Unione a favore degli Stati membri. Parliamo del valore, stimato da Dealroom, raggiunto dalle startup, scaleup, unicorni Health e Biotech in Europa.
Come è noto lo scoppio della pandemia ha determinato un forte rilancio degli investimenti in tutti i settori che riguardano la sfera della salute (per ragioni dirette come lo sviluppo di vaccini, tamponi, ecc) o indirette (recupero di centralità del settore).
Dealroom ha cercato di misurare con precisione l’impatto e la scala di tale boom di investimenti, scoprendo per esempio che l’Europa, per quanto ancora indietro rispetto a US e Asia nei valori, è l’area con la crescita più rapida. L’Europa su Biotech ed Healthtech sta accelerando e le sue startup hanno ora un valore combinato di 232 miliardi di dollari.
In pratica vale un terzo del Next Generation EU, il piano di aiuti da 750 miliardi messo in piedi dall’Unione a favore degli Stati membri. Parliamo del valore, stimato da Dealroom, raggiunto dalle startup, scaleup, unicorni Health e Biotech in Europa.
Come è noto lo scoppio della pandemia ha determinato un forte rilancio degli investimenti in tutti i settori che riguardano la sfera della salute (per ragioni dirette come lo sviluppo di vaccini, tamponi, ecc) o indirette (recupero di centralità del settore).
Dealroom ha cercato di misurare con precisione l’impatto e la scala di tale boom di investimenti, scoprendo per esempio che l’Europa, per quanto ancora indietro rispetto a US e Asia nei valori, è l’area con la crescita più rapida. L’Europa su Biotech ed Healthtech sta accelerando e le sue startup hanno ora un valore combinato di 232 miliardi di dollari.
Come si posiziona l’Italia in questo scenario?
I campioni europei sono, secondo Dealroom, UK e Francia, vere e proprie fabbriche di unicorni ($1B+ valore) e futuri unicorni ($250M-$1B) healthtech/biotech.
Il 57% dei 13 unicorni Healthtech e dei 40 futuri unicorni europei hanno sede nel Regno Unito e in Francia, così come il 40% dei 31 unicorni biotecnologici e dei 51 futuri unicorni.
Come è possibile rilevare dalle seguenti grafiche, solo nel biotech è presente un unicorno italiano.
Chi è l’unicorno italiano?
Dealroom ci ha rivelato che si tratta di Doc Generici, valutata 1,1 miliardi di dollari, azienda italiana nata nel 1996 (compie quest’anno 25 anni) per puntare sul farmaco generico e fondata da Chiesi Farmaceutici, Zambon e dalla canadese Apotex, poi passata attraverso una serie acquisizioni, è oggi in mano al private equity, in particolare Merieux Developpement.
L’AD di Doc Generici è dal 2019 Riccardo Zagaria che in un’intervista recente a Salute (Il Giornale) ha sottolineato come la società, che festeggia i 25 anni di attività, abbia sempre puntato su pragmatismo, aderenza, capacità di ascolto del mercato e velocità di esecuzione e guardi per i prossimi obiettivi a consolidarsi in aree terapeutiche come il cardiovascolare e l’oftalmologia, il diabete e il respiratorio. E sottolinea anche l’importanza del farmaco generico in un’ottica di sostenibilità: “La sostenibilità è per noi un valore chiave, intrinseco nella natura dei prodotti che commercializziamo. Essere specializzati nel farmaco generico e contribuire alla sostenibilità del nostro sistema sanitario fa parte della nostra mission: produrre farmaci di alta qualità a prezzi sostenibili permette di liberare risorse economiche a vantaggio di tutti. Ad oggi siamo presenti in 13 aree terapeutiche con oltre 500 prodotti equivalenti, che per definizione permettono risparmio per il cittadino e per il sistema sanitario”.
Qui di seguito i financial riportati da Dealroom.
Quali altre società potrbbero diventare unicorni italiani?
Health e biotech sono settori in cui l’Italia può esprimere molto, tra le aziende che stanno facendo molti passi avanti ci sono Genenta, Biogenera, Wise, Cell Dynamics, Corion Biotech, Genespire, Empatica, Sibylla Biotech, Endostart e altre.
Tuttavia, lo sviluppo di un’azienda delle biotecnologie o della salute ha un ciclo più dilatato rispetto ad altri settori, tra tempi della ricerca e della sperimentazione, e soprattutto ha bisogno di maggiori investimenti, come evidenzia la seguente grafica. Solitamente una biotech realizza anche due-tre round prima di arrivare sul mercato e impiega anche 10 anni.
Immagine di copertina Lucas Vasques
Credits: https://www.startupbusiness.it/healthtech-e-biotech-valgono-adesso-in-europa-232-miliardi/107633/